La pazienza è strategica, produttiva e creativa.

Data: 2023-04-20


Ormai l’abbiamo capito, il successo immediato non esiste. Ma quanto tempo dovremmo impiegare per raggiungere i nostri obiettivi di carriera? Quando i progressi procedono a rilento, la domanda giusta è: “Il mio piano non funziona” oppure “non funziona – ancora- ?”.

 

Il successo è relativo: oggi abbiamo la possibilità di confrontarci facilmente con colleghi, amici o parenti e ciò che vediamo è spesso qualcosa che ci sembra migliore di quello che possiamo vantare noi: sono sempre gli altri a vincere premi, ottenere riconoscimenti, entrare in prestigiose classifiche, battere record, diventare insomma l’eccezione in un mare di mediocrità. In verità qualsiasi progetto senza una valutazione di un ritmo di crescita ragionevole, potrebbe naufragare, facendoci erroneamente sentire degli incapaci.

 

È chiaro che questo non deve diventare una battaglia contro i mulini a vento: una strategia perdente deve venire riconosciuta e scartata senza ripensamenti per non sprecare tempo e risorse. Cosa bisognerebbe fare quindi per evitare di incaponirsi su idee fallimentari o abbandonare troppo presto piani con del potenziale? Bisogna allenare la cosiddetta “pazienza strategica”: l’obiettivo è riuscire a valutare oggettivamente la situazione analizzandone i pro e i contro, in modo da capire se esistono gli estremi per perseverare o meno nel progetto, anche se sta vivendo una fase negativa. Schematizzando questa “pazienza attiva” in punti, ne emergono 5:

 

1 Prima di tutto è necessario studiare il target e i competitor comparando a loro i nostri punti di forza e debolezza, calcolando il più concretamente possibile quali sono le nostre reali opportunità di crescita: quanto tempo ci vorrà per raggiungere il nostro obiettivo e quanto tempo servirà per ogni passaggio? Spesso, infatti, non abbiamo chiare le tempistiche e questo ci porta a sottostimare svariati processi, falsare le conclusioni e quindi porci scadenze irrealistiche. Chiedere un confronto a un collega o un amico che ce l’ha fatta prima di noi potrebbe aiutarci a stabilire delle linee temporali realistiche.

 

2 È importante rendersi conto che i passi in avanti sono minimi e impercettibili: spesso abbiamo l’impressione che non si stia muovendo nulla, ma è una percezione ingannevole, è proprio qui che tendiamo a mollare, abbandonando prematuramente ottimi progetti. Bisogna tenere a mente che esiste una lunga prima fase in cui i progressi non sono facilmente tracciabili e solo successivamente si potrà vedere l’impennata della curva di miglioramento così come ce la aspettavamo: godiamo delle piccole vittorie che ci stanno segnalando di essere sulla strada giusta, il successo si sta annunciando!

 

3 Anche sfruttare relazioni interpersonali vantaggiose ci permette di avvicinarci alla meta: al posto di invidiare il collega che “ce l’ha fatta” impariamo a capire da lui quali sono state le sue strategie e contestualizziamolo: non è detto infatti che ciò che è risultato ideale per lui funzioni anche per noi, anche banalmente, l’età e gli anni di esperienza possono fare la differenza. Importante è anche chiedere consigli alle persone giuste, che non ostacolino i nostri obiettivi ma ci spingano a tentare anche strade differenti, se necessario, fiducia e perseveranza dovranno diventare un mantra.

 

4 Non spostiamo i paletti. Quando fissiamo un punto di partenza non dobbiamo darlo per scontato solo perché i nostri obiettivi sono ambiziosi: abbiamo infatti la tendenza ad alzare l’asticella dimenticando da dove siamo partiti, cosa che ci porta a sminuire i piccoli avanzamenti per guardare sempre al prossimo obiettivo, il prossimo traguardo, il prossimo scoglio. In verità se ci fermassimo e ci guardassimo indietro con obiettività noteremo una serie di successi che al momento della partenza avremmo pensato irraggiungibili. Quando continuiamo a spostare l’obiettivo finale cancelliamo i progressi realizzati, il che ci rende scontenti e insoddisfatti perché non riconosciamo ciò che abbiamo già ottenuto.

 

5 Accettiamo modifiche in corso d’opera: è difficile riuscire a realizzare qualcosa esattamente com’era stato pianificato. Le situazioni si modificano nel tempo e non abbiamo il potere di cambiarle, dunque, possiamo anche valutare l’ipotesi di fare dei progressi direzionali, ovvero aggiustando il tiro a seconda dello status in cui si sono modificate le premesse iniziali.

 

Tutti questi punti prevedono una faticosa perseveranza, e sì, pazienza: nella maggior parte dei casi, i nostri obiettivi più significativi richiedono impegno e tempo ma per ottenere i risultati – e costruire la propria carriera – è fondamentale essere disposti a portare a termine questo processo: con la pazienza strategica e la politica dei piccoli passi tutti gli obiettivi sono alla nostra portata.

 

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