I Minibond, ovvero prestiti obbligazionari emessi da PMI e sottoscritti da un Fondo di Investimento, una SGR o una banca, sono strumenti finanziari non bancari pensati per fornire liquidità ad aziende in salute e che hanno un progetto di crescita come ad esempio l’acquisto di un sito produttivo, il lancio di un nuovo prodotto o la volontà di raggiungere mercati esteri non ancora presidiati.
Il 2021 è stato un anno di crescita per il settore, malgrado la crisi sanitaria ed economica in atto, il mercato finanziario ha continuato a supportare le imprese.
Dopo metà anno le emissioni di Minibond sono state 483 con un controvalore di oltre 2 miliardi di Euro (Dati: Paper Minibond di Cdp).
Quali sono i vantaggi nell’emettere dei Minibond rispetto al tradizionale finanziamento bancario?
I vantaggi risiedono nella centralità del progetto che si vuole finanziare. Trattandosi di finanza si richiede la redazione di un piano industriale dedicato che porti alla verifica del piano di investimenti che verranno realizzati.
I Minibond, inoltre, consentono di diversificare le fonti di finanziamento, molto importante in un sistema, come quello italiano, in cui il mondo bancario gioca ancora un ruolo molto importante nel finanziamento delle PMI. Avere accesso a strumenti di finanza alternativa consente quindi alle PMI di ampliare la platea dei soggetti finanziatori cogliendo le opportunità presenti sul mercato.
Questi strumenti permettono anche una maggiore flessibilità e strutturazione del prestito che segue in modo più preciso i flussi finanziari generati dal piano di investimento rispetto al tradizionale credito bancario.
Da ultimo forniscono la possibilità di non vedere inserito il prestito obbligazionario nella centrale rischi e consente all’impresa di mantenere una riserva di liquidità per le esigenze di breve termine.
Quali sono i costi di emissione dei Minibond?
Sul fronte dei costi l’emissione di Minibond non differisce sostanzialmente dal debito bancario tradizionale, pur offrendo una serie di possibilità che con i finanziamenti bancari sono preluse o limitate. La centralità del pricing dipende sempre dal merito creditizio che rappresenta lo spread che viene applicato dal tasso di riferimento, generalmente l’Euribor.
Rispetto a un finanziamento tradizionale ci sono da considerare anche i costi di strutturazione che si aggirano nell’ordine dell’1 – 2 % dell’ammontare del prestito, che però possono essere ammortizzati durante tutta la durata del prestito.
Tale strumento include anche vantaggi di carattere fiscale, come ad esempio:
- Piena deducibilità degli interessi passivi
- Immediata deducibilità dei costi inerenti l’emissione
Quali sono i requisiti per le imprese emittenti?
Le PMI non quotate possono finanziarsi mediante l’emissione di Minibond al verificarsi dei seguenti requisiti:
- Abbiano meno di 50 dipendenti ed un fatturato annuo o uno stato patrimoniale annuo inferiore a 10 milioni di euro o meno di 250 dipendenti ed un fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro o un totale attivo dello stato patrimoniale inferiore a 43 milioni di euro;
- Abbiano pubblicato gli ultimi due bilanci di cui l’ultimo certificato da una società di revisione;
- Non siano banche o micro imprese.
Esistono anche dei requisiti “di mercato”, cioè requisiti che l’impresa emittente deve possedere affinché sia appetibile per il potenziale investitore:
- Fatturato non inferiore a 2 milioni di euro e preferibilmente in crescita negli ultimi tre anni;
- Management serio e di comprovata esperienza;
- Margine operativo lordo (EBITDA) almeno pari al 10% del fatturato;
- Rapporto posizione finanziaria netta (PFN) e EBITDA inferiore a 4;
- Rating pubblico (investment grade) emesso da una società di rating.
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