Se il 2022 è stato l’anno dei rialzi dei tassi di interesse, ora le banche centrali stanno frenando il ritmo ma questo non significa uno stop: i rialzi proseguiranno, con costanza e significativamente. Gli esperti hanno valutato un calo dell’inflazione sia negli Usa che in Eurozona ma presto la tematica scottante da affrontare sarà la recessione.
Le sfide nel 2023 per i governi riguarderanno l’alta inflazione, la guerra in Ucraina con le sue relative conseguenze, e una nuova possibile fase della pandemia. La BCE ha annunciato nuovi inasprimenti della politica monetaria ma corre il rischio dell’allargamento dello spread tra i Paesi europei: dovrà calibrare con attenzione le strette, in modo da evitare di causare volatilità sui mercati e un’evitabile contrazione dell’economia.
Per quanto riguarda gli investitori in titoli di stato italiani a tasso fisso questo 2023 si presenta molto promettente, soprattutto nella seconda metà dell’anno, cosa che riguarda i bond in generale: i rendimenti a scadenza delle obbligazioni, siano esse governative o societarie, sono buoni, nonostante le incertezze che si trascinano dal 2022. Le opportunità maggiori, secondo gli esperti, riguardano i settori dell’energia ma occhio ai bond dei Paesi emergenti: arrivano segnali incoraggianti che potrebbero allentare le strette nei loro confronti e aprire nuovi interessanti scenari.
E come sarà il futuro delle criptovalute? La bolla catastrofica che le ha colpite pareva averle affondate ma bisogna riconoscere che nonostante tutto rappresentano il nostro futuro insieme a blockchain o metaverso. Altre possibili bolle invece potrebbero interessare l’immobiliare, mentre la tecnologia, fortissima nel 2022, subirà verosimilmente un rimbalzo e un rallentamento.
In generale, per non venire massacrati dall’andamento dei mercati, sarebbe ideale una diversificazione del portafoglio strutturata sia a livello geografico che settoriale, che comprenda anche quegli stessi bond a tasso variabile o a durata corta che fino a poco fa non avevano praticamente alcun interesse da parte degli investitori. Questo paio di anni di pandemia ha insegnato infatti che investire secondo regole rigide e irremovibili può essere controproducente perché tutto può cambiare da un momento all’altro.
Al momento le asset class più favorite a livello di performance sono l’oro e il petrolio: le banche centrali saranno obbligate ad essere più accomodanti e questo sarà un punto a favore per le due materie preziose.